Angelo Peretti
Quando nel settembre di due anni fa si diffuse la notizia della prematura morte di Didier Dagueneau, grandissimo vigneron, uomo simbolo del sauvignon blanc e dell'appellation Pouilly Fumé, molte testimonianze fiorirono sulla stampa e sul web, tutte in un'unica direzione: quella della genialità dell'uomo.
Ricordo cosa scrisse ad esempio Franco Ziliani sul suo Vino al Vino: "Dagueneau ha introdotto metodi di coltivazione biodinamica e sistemi di vinificazione rivoluzionari ma profondamente tradizionali nello spirito, opponendosi alla tecnica della fermentazione malolattica applicata al Sauvignon e soprattutto cercando nei vini una purezza assoluta e la capacità di esaltare al massimo, mediante bianchi in grado di durare per decenni e di acquisire complessità inaudite, pur in una cornice di assoluta freschezza e piacevolezza, la straordinaria vocazione dei terroir da cui provenivano le uve".
Qualche sera fa m'è capitato, al ristorante Il Giardino delle Esperidi a Bardolino, la benigna sorte di poter tastare l'annata 2003 del vino di punta di Dagueneau: il Silex, aoc Pouilly Fumé. Ed ecco che nel bicchiere ho trovato l'essenza del sauvignon. E della Loira insieme. Son quei vini per i quali la parola non basta per dare contezza. Bisogna aver provato, ché solo i sensi sono in grado di immagazzinarne la fascinazione. Sì, c'erano tanto frutto ed esoticità e florealità e pienezza e salina mineralità e freschezza e lunghezza ed ampiezza e possanza ed eleganza e bevibilità. E insomma però m'accorgo che più cerco di descrivere, più mi ritrovo senza elementi davvero validi per la descrizione. E quest'ammissione credo che basti.
Su questo mio InternetGourmet mi capita spesso di classificare i vini in faccini, da uno a tre, a seconda della personale piacevolezza che m'hanno suscitato, anche in relazione alla tipologia d'appartenenza. Ecco, con questo vino mi trovo in imbarazzo, ché non c'è classificazione che tenga. Dico solo che è uno dei migliori bicchieri che mi sia capitato di bere.
Poi, lo so che la poesia va a farsi benedire, ma un avviso ai naviganti lo devo anche dare: occhio, ché tanta grandezza ha il suo prezzo.
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