Angelo Peretti
Maria Grazia Barone è uno dei componenti dell'ottimo staff di degustatori d'olio che gravita attorno all'Aipol di Brescia. Ho avuto modo di tastare oli alcune volte con lei. E non fa mai mancare, nelle pause degli assaggi, quache accenno alla sua grande passione per la musica. E produce anche olio lei stessa, solo che gli olivi sono tanto più a sud della terra bresciana. La sua azienda agricola si chiama Arcaverde ed è sulle colline di Cerchiara di Calabria, affacciate verso il mare Jonio, dentro al parco nazionale del Pollino. E l'olio è biologico in toto, nel senso che non solo l'uliveto è condotto secondo i canoni dell'agricoltura bio (unica concimazione è il sovescio di favino), ma anche il frantoio è sottoposto al disciplinare.
Detto questo, ecco che ho potuto assaggiare il suo monocultivar della spezzanese, oliva rara, e come dice Maria Grazia nel sito aziendale (la foto è presa da lì, e mostra la maestosità degli antichi ceppi), è tra le varietà che "non vengono ormai più impiantate in quanto l'attività vivaistica locale ha privilegiato fino ad oggi varietà provenienti da altre regioni e poche varietà locali a duplice attitudine sulle quali si indirizzavano i finanziamenti regionali".
L'olio, ora.
Giallo brillante nella colorazione, propone al naso un fruttato abbastanza maturo d'oliva, accompagnato da accattivanti memorie di mandorla.
Al palato la conduzione si presenta tendenzialmente dolce, ancorché la dolcezza poggi soldamente su un piacevolissimo substrato amaricante, che molto ricorda - di nuovo - la mandorla e, appena appena, ed a tratti, persino il cardo. La pasta ha impianto di buona struttura ed una lieve, ma ben definita e ben calibrata stimolazione piccante conferisce freschezza. Ma è soprattutto la presenza elegante, ampia ed assai persistente della frutta secca a convincere.
Due lieti faccini :-) :-)
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