10 ottobre 2009

Ma le castagna sono dei montanari

Angelo Peretti
Su usa dire che le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni. Infatti a volte, anche inconsapevolmente, si possono far danni ritenendo di dar buoni suggerimenti. M'è venuto in mente leggendo la pur bella pagina web dedicata alle "buone castagne" (urca se non buone! sono un fan delle castagne) del sito internet della Cucina Italiana. Il testo, prima delle ricette, dice così: "Racchiuse nei loro ispidi ricci, in questi giorni se ne può fare abbondante scorta passeggiando nei boschi".
Nossignori che non se ne può far buona scorta passeggiando nei boschi: le castagne nei boschi hanno dei proprietari. Ci son contadini, montanari che da quei ricci s'aspettano di trarre del reddito, e se invece gliele porti via, le castagne, gli fai doppio danno: da un lato gli sottrai prodotto, dall'altro non gliene compri, ché hai già provveduto con il tuo non autorizzato self service.
Vi è la cattiva abitudine di considerar la libera raccolta delle castagne come qualcosa di perfettamente lecito, vi è la deteriore usanza di ritenere quei frutti un bene pubblico. Invece è atto illecito ed è bene privato. Ché quella gente, il castanicoltore, il malghese, il contadino dei monti, è là che tribola anche per noi, e mantiene il territorio e ci suda sopra e ci fatica e magari evita col suo lavoro di farci franar giù verso valle pezzi di montagna. Rispettiamola, questa gente delle montagne. Anche comprandogliele, le castagne, invece che facendone indebita incetta durante una passeggiata nei boschi.

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