22 dicembre 2009

Panini e maglioni

Angelo Peretti
Grande! Che dire dell'amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, se non che è un grande?
I treni non vanno e rischiate di passare ore ed ore in stazioni ghiacciate e dentro a vagoni trasformati in freezer? "Portatevi panini e maglioni", suggerisce.
Credo che tutti dovremmo prendere il buon esempio, in quest'Italia dove le attese e le code sono all'ordine del giorno.
Vi mettete in autostrada? Portatevi panini e maglioni: mica pretenderete che, come accade sulle autostrade francesi, vi avvisino se ci sono problemi.
Pensate di spostarvi in aereo? Portatevi panini e maglioni: mica vorrete che vi avvertano se spostano il vostro volo.
Avete da pagare una bolletta alle poste? Portatevi panini e maglioni: mica penserete che ci sia personale sufficiente allo sportello.
Volete versare le tasse in banca? Portatevi panini e maglioni: mica chiederete che, con tutta l'automazione che c'è in giro, mettano un cassiere in più.
Andate a visitare una mostra? Portatevi panini e maglioni: mica domanderete di non fare file allucinanti per prendere il biglietto.
Alla fin fine, in questa maniera, in quest'Italia dei cento, dei mille campanili, avrete occasioni di assaggiare le migliori specialità nazionali in fatto di salumi & formaggi, dentro al vostro panino.
Un consiglio gastronomico che neppure il Carlin Petrini, leader dello Slow Food, ci avrebbe mai pensato.
Ma, chiedo a Moretti, l'ha mai provato a mangiare, lui, uno dei panini che vendono nelle stazioni ferroviarie italiane?
Ah, una cosa in più, ha detto Moretti: oltre che panini e maglioni, ha invitato a portarsi anche l'acqua. Giusto, giustissimo, coi prezzi da rapina che ti fanno pagare sui treni e nelle stazioni per una bottiglietta di minerale.
Facciamo così: all'ad delle Ferrovie, il panino, l'acqua e perfino il maglione glieli porti io, ma in cambio lui ci fa funzionare la sua azienda e chiede scusa ai viaggiatori che pagano sempre di più per un biglietto che non ha più alcun rapporto col disservizio elargito.
Ma, capisco, forse è chiedere troppo: sarebbe come pretendere di vivere in un paese normale. Un paese dove chi ha grande responsabilità e fallisce nella sua missione lascia il posto ad altri.

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