28 dicembre 2009

Soave in Stelvin: scrive Andrea Pieropan

Angelo Peretti
Qualche giorno fa, ho scritto della scelta di Nino Pieropan e della sua famiglia di imbottigliare con la capsula vite - lo Stelvin - il proprio Soave base destinato all'estero. Una scelta difficile, dato che ha imposto, alla luce dell'assurdità della legge italiana, d'abbandonare la doc del Soave Classico per passare a quella del Soave tout-court: secondo il bizantinismo legislativo italico, il termine Classico può associarsi infatti solo al tappo raso, ed è pazzesco che ci sia ancora una norma del genere, che nacque in un'epoca ormai remota, quando c'era bisogno di tutelare il vino di qualità verso i bottiglioni da quattro soldi in tappo a vite.
Ritengo la scelta dei Pieropan importante. E mi sono rammaricato non sia stata sufficientemente comunicata in Italia: poteva essere un validissimo, fondamementale esempio per chi - produttori, ristoratori, enotecari, consumatori - ancora tentenna davanti a una capsula a vite. Che invece, almeno sui bianchi, mi si è sempre dimostrata ottimale.
In ogni caso, è importante che i Pieropan - che son leader bianchisti riconosciuti - la scelta l'abbiano fatta. E spero che altri, nel Soave, nel Veronese, in Italia, li seguano.
Dopo il post, è nato un qualche dibattito sulla questione. Ed ora mi ha scritto Andrea Pieropan, figlio di Nino, spiegando ulteriormente la scelta e le azioni conseguenti. Un bell'intervento, che credo aiuti nel dibattito. Lo riporto qui di seguito, con la sua autorizzazione.
"Gentile signor Angelo Peretti
Sono Andrea Pieropan e inanzitutto volevo ringraziarla per aver sollevato la questione su un problema reale e dibattuto.
Devo comunque dirle che Pieropan usa lo Stelvin anche per il mercato Italiano, ma solo per il formato da 375ml. Come ha detto il nostro Importatore londinese David Gleave, per noi Pieropan è stata una scelta ardua e coraggiosa (ad oggi nessun produttore di Soave l'aveva fatta) e abbiamo impiegato tutte le nostre energie per applicarla e decisamente meno per comunicarla.
La scelta è stata difficile perchè Pieropan ha tutti i vigneti in zona Classica quindi è stata dura accettare di dover chiamare un vino in maniera diversa da come nasce.
Ad ogni modo dopo una anno siamo molto contenti perché questa scelta ci permette di mantenere maggiore freschezza e di poter usare meno solforosa quindi di commercializzare un prodotto più sano e puro.
Da subito è stato forte anche il messaggio in Italia perchè basti pensare che ad oggi il 375 ml è chiuso a Stelvin e solo a Stelvin, ovunque nel mondo, compresa l'Italia. Pertanto se un consumatore italiano volesse un Soave exclassico in formato 375ml pùo averlo solo chiuso a Stelvin, oppure scegliere un vino di un altro produttore. La scelta di iniziare da questo formato è stata puramente tecnica in quanto il vino rischia una maturazione più precoce, lo Stelvin preserva il vino dell'ossigeno migliorando la tenuta nel tempo.
Come ha detto quel lettore anonimo "c'è molta carne e poco fumo", ma il processo in Italia sarà più lento; dovrà essere il ristoratore/enotecario a convincersi della qualità, magari bevendo una Soave da 375ml in una calda sera d'estate..."

3 commenti:

  1. Scusate,
    ma allora chi usa i tappi di sughero usa l'anidride solforosa in quantità maggiore rispetto a chi usa invece lo Stelvin?

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  2. Riporto la risposta di Andrea Pieropan, che mi ha contattato via mail.
    Scrive Andrea: "Il dosaggio della solforosa è frutto in primis della sanità delle uve a questo punto a parità di qualità della materia prima lo stelvin ti permette di ridurre ulteriormente i quantitativi di questo antiossidante. Questo significa che se il vino nasce da materia prima scadente anche se è chiuso stelvin può avere valori di solforosa pù alti di un vino ottenuto da buone materie prime chiuso con sughero. Il confronto è quindi valido se si esaminano vini identici che differenziano solo per il tipo di chiusura e per vini identici intendo raccolti dallo stesso vigneto, nello stesso periodo, con le stesse cure e tecniche di vinificazione".

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  3. Mi complimento con Andrea e Nino per la scelta coraggiosissima dello stelvin sul formato 375, di cui non sapevo. Lo proverò senz'altro, questo Soave exclassico!

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