Angelo Peretti
Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo che riforma la vecchia legge 164 del 1992, quella che disciplinava il mondo del vino in Italia. “L’approvazione del nuovo decreto legislativo per la tutela delle DO e IG dei vini, rinnova il quadro normativo del settore vitivinicolo dopo ben 18 anni", dice il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia.
Bene che l'approvazione sia arrivata prima delle elezioni regionali, ché c'era il rischio che, diventando Zaia il nuovo governatore del Veneto, il suo successore dovessere ricominciare tutto daccapo. La nuova ocm europea del vino ha preso avvio il primo di agosto dello scorso anno, e la modifica della 164 sarebbe stata addirittura necessaria da subito, ma alla fin fine sinora il comparto ha resistito, e adesso ha finalmente una rinnovata regolamentazione. Ma sarà vera gloria? Per trarre un giudizio, aspetto di poter leggere il decreto nella sua completezza.
Intanto, mi limito a riprenderne "i principali contenuti" così come riportati dal sito internet del Ministero: "l’introduzione di strumenti di semplificazione amministrativa per gli svariati adempimenti procedurali a carico dei produttori vitivinicoli; la promozione di un elevato livello qualitativo e di riconoscibilità dei vini a denominazione di origine e a indicazione geografica; la trasparenza e la tutela dei consumatori e delle imprese rispetto ai fenomeni di contraffazione, usurpazione e imitazione; la ridefinizione del ruolo del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini; la revisione del sistema dei controlli e del sistema sanzionatorio, sulla base di criteri di efficacia ed effettiva applicabilità".
I contenuti, così come sono espressi nel succinto comunicato ministeriale, dicono poco: ripeto, è meglio aspettare il testo completo.
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