1 marzo 2010

Chicotot e l'eleganza del pinot noir borgognone

Angelo Peretti
Metti un pranzo a casa di Franz Haas. E dopo aver degustato otto annate di Schweizer (ne ho parlato di recente), metti che ti arrivino nel bicchiere altri cinque Pinot Noir di quelli canonici: roba borgognona, da Nuits-Saint-Georges. Cinque vini di Georges Chicotot (ma oggi vinifica la moglie Pascale). Da segnare nel calendario come data benigna e propizia.
A parlare degli Chicotot è Gianni Fabrizio, attuale curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, ma grand’innamorato della Borgogna, dove va in media quattro-cinque volte l’anno. I vini li ha presi lui direttamente in azienda. Ed è un’azienda sui generis, se la confrontiamo con i canoni italiani: sette ettari vitati in totale, da cui s’ottengono ben dodici diverse etichette per un totale di appena trentamila bottiglia. Le vigne hanno in media 65 anni (in media: là mica espiantano, ché si limitano a sostituire il ceppo che eventualmente non ce la faccia più). Vinificazione ipertradizionale: pensate, le uve, spesso non diraspate, si pigiano coi piedi, e – adesso cito pari pari le parole di Gianni – “dopo una naturale macerazione a freddo, la cui durata può variare da quattro giorni ad una settimana, si innesca lentamente (vasche di cemento non smaltate), senza alcuna aggiunta di lieviti selezionati, la fermentazione alcolica. Durante queste fase che, con i tempi di macerazione prefermentativa, può dilungarsi fino ad oltre tre settimane, vengono effettuate solo follature manuali. Il vino appena ottenuto viene subito posto in affinamento in barrique, solo in piccola parte nuove, dove resterà per un tempo variabile da 14 a 16 mesi. La fermentazione malolattica avviene naturalmente in legno, senza mai forzare i tempi. Quindi in certe annate fredde può anche svilupparsi l’estate successiva alla vendemmia. Durante tutto il periodo di permanenza in rovere, ogni barrique viene assaggiata una volta a settimana; eventuali travasi vengono fatti solo se necessari. Alla fine dell’affinamento, il vino viene imbottigliato senza chiarifiche né filtrazioni”.
Sembra il racconto d’una enologia antica. Invece è modernissima. E i vini sfoderano eleganza.
E adesso qualche riga sui vini tastati (pardon: bevuti). Le bottiglie son quelle della foto, che m’ha fornito Gianpaolo Giacobbo, e lo ringrazio.
Nuits-Saint-Georges Plantes au Baron 2007 Georges Chicotot
Un village, mica un crû. Un brillante, chiaro color porpora: ecco, questo è il Pinot Nero. Al naso un frutto affascinante e maturo: lampone, fragola, nitidi. In bocca è giovanissimo, col tannino un po' rugoso, e il frutto che sgomita per farsi avanti. Non è pronto da bere, ma ha eleganza da vendere.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Nuits-Saint-Georges Les Charmottes 2006 Georges Chicotot
Altro village. Colore e naso ricordano il precedente: indubbiamente Pinot Noir. Bella spezia, pepe. Pian piano, eccolo metter fuori un frutto maturo, seducente. C'è polpa, sostanza, eppure anche eleganza, beva, Il tannino è in rilievo, ancora rusticamente, ma il frutto è fascinoso. Lungo.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Nuits-Saint-Georges Plates au Baron 2005 Georges Chicotot
Terzo village. Wow! Che fruttino che ci trovi all'olfatto! Lampone stramaturo, soprattutto. E una spezia dolce, avvolgente. In bocca è freschezza, snellezza, eleganza. Vino di carattere, con quel tannino che gratta. Eppure anche di piacevole, succosa beva. Sul fondo, tracce officinali.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Nuits-Saint-Georges 1er Cru Les Rues de Chaux 2001 Georges Chicotot
Un crû. Il colore resta, come negli altri, brillante e porporino. Ma al naso il frutto s'è integrato perfettamente con la spezia. In bocca ecco il velluto e il frutto maturo e il tannino che s’integra e freschezza. Essenziale, quasi austero, apparentemente esile, ma di grande piacevolezza. Un gioiello.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Nuits-Saint-Georges 1er Cru Les Vaucrains 1973 Georges Chicotot
Un crû trentaseienne, piccola annata e grande terroir. Al naso è straordinaria la memoria officinale, mentolata. Spezia. Un che di terroso. In bocca è di gran fascino. Il tannino ancora integro, una freschezza in bel rilievo, le erbe officinali che avvolgono, il frutto rotondo, maturo.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

3 commenti:

  1. ... mi hai fatto venire un'incredibile voglia di borgogna, ed è solo lunedì mattina!!

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  2. ps. se non c'è Gianpaolo Giacobbo a fornire le bottiglie, dove si trova questo bendiddio??

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  3. Questo bendiddio si trova da Georges e Pascale Chicotot: bisogna andare là, e di bottiglie ne fanno poche.

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