25 maggio 2010

Arrivano i Bordeaux della modernità: sarà vera gloria?

Angelo Peretti
Qualche giorno fa ho scritto dei diversi pareri che stanno arrivando dai critici enoici in merito alla grandezza o meno della vendemmia 2009 nella zona di Bordeaux. C'è chi, come Steven Spurrier (è lui nelle foto qui accanto) dice a gran voce che si tratta della migliore annata di sempre, e lo dichiara su una rivistona come Decanter. C'è invece chi, come il nostro Alessandro Masnaghetti sulla sua Enogea, dice che sì, ci sono dei veri e propri fuoriclasse, ma per il resto è da vedere se si tratta di un'annata "grande" oppure "grossa".
Insomma: mica facile capire come stiano veramente le cose.
C'è tuttavia un passaggio del pezzo di Spurrier che mi pare illuminante. Quello in cui parla di "espressione moderna" dei rossi bordolesi.
Dice cioè che in questi ultimi anni il mix generato dal riscaldamento globale e dalla dotazione tecnica di cantina, che permette di affrontare uve surmature, ha "spinto Bordeaux nell'epoca moderna" e che col 2009 i produttori bordolesi questa modernità l'avrebbero totalmente abbracciata e che "non torneranno più indietro".
Aggiunge Spurrier: "Le vendemmie degli anni Novanta sono spesso state viste come la conferma di un magnifico passato. Quelle degli anni Duemila davano maggiormente l'impressione di dove ci si stava indirizzando. Nel 2009 sono arrivati a destinazione. Il moderno Bordeaux ora guarda verso un brillante futuro".
Signori, si cambia, dunque. E per chi, come me, ama la classicità bordolese, be', temo saranno anni duri, quelli che si prospettano.
La questione, però, è quella di farsi un'opinione direttamente, nel bicchiere. Ed a sentire Spurrier stavolta non occorre aspettare che escano i vini delle appellation maggiori, che sono anche i più costosi. Perché le sentinelle del cambiamento si trovano anche nelle denominazioni bordolesi minori, e perfino nei vini "base".
"In ogni vendemmia - si legge nel suo servizio su Decanter - ci sono eroi sconosciuti. Alcuni anni fa, era Fronsac, rinomata un secolo prima, poi virtualmente ignorata. Non più. Adesso ci sono i 'semplici' Bordeaux della denominazione 'base', i Bordeaux Superieur, i Premiéres Côtes de Bordeaux, i Côtes de Blaye e de Bourg. Qui le uve erano perfettamente mature e la passione e la dedizione dei produttori si sono dimostrate forti come altrove e così sono stati prodotti splendidi vini. Vini del genere sono i nuovi Bordeaux".
Vini del genere, aggiungo, usciranno presto sul mercato. E non avranno certamente prezzi inaccessibili. Sarà così possibile farsi un'opinione. Senza svenarsi. Per cercar di capire se sarà vera gloria. O nuova moda.

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