Angelo Peretti
Di recente si sono svolte a Montagna, Alto Adige, le premiazioni del concorso del concorso nazionale del Pinot Nero. Nell'ambito dei Blauburgundertage, i Giorni del Pinot Nero. Non sono riuscito a partecipare alla cerimonia. Ma sono stato fra i degustatori che hanno tastato i vini.
L'annata in esame era quella del 2007. Si assaggiava "a tavoli". Nel senso che ciascun vino era sottoposto a tre degustatori seduti allo stesso tavolo: ciascuno dava un giudizio in autonomia, poi si doveva discuterne a tre, assumere una decisione condivisa e comunicare la valutazione all'organizzazione. Strano metodo. Che tuttavia ha permesso, a mio avviso, di centrare, almeno in parte, l'obiettivo di chi l'ha ideato: premiare i Pinot Neri che somigliano di più a dei Pinot Neri, e non a certe marmellate tanniche che nulla hanno a che vedere con l'eleganza del vitigno borgognone e del vino che se ne dovrebbe trarre.
Dico com'è andata dal lato ufficiale: primo premio al Pinot Nero Alto Adige Burgum Novum di Castelfeder, azienda di Kurtinig, nella Bassa Atesina. Secondo posto per il classicissimo, intramnontabile Mazzon di Gottardi, ad Egna. Terzi, pari merito, il Ludwig di Elena Walch, celebre vignaiola di Termeno, il vino di Maso Cantanghel, da Civezzano, in Trentino, e il Vigna di Saosent della Cantina Valle di Cembra, pure tridentina. All'Alto Adige, dunque, un oro, un argento e un bronzo, al Trentino due bronzi, se vogliamo metterla in termini di medagliere in stile olimpico.
Detto questo, qual è il mio personale parere?
Il mio personale parere è che concordo, nella sostanza, con l'esito finale del concorso. E lo posso dire ora che ho ricevuto i nomi dei vini che ho provato: sin qui, avevo solo la numerazione.
Il Pinot Nero vincitore, quello di Castelfeder, m'è capitato sia nelle batterie eliminatorie che, ovviamente, nella finale. Nelle eliminatorie è stato il vino cui ho attribuito il punteggio più alto. Nelle finale, per me era da considerare il secondo in assoluto, giusto a un'incollatura da quello che a mio avviso era il più intrigante, e che però non è invece salito sul podio (che vino fosse, adesso non lo dico: proseguite fino in fondo, per favore, se volete saperlo). Dunque, concordo che il Castelfeder fosse da premiare, alla grande. Nelle mie note ho scritto: "Colore scarico da Pinot Nero. Al naso frutto e spezie, bocca in parallelo. Spezie, accenni di rabarbaro. Buonissimo. Fresco. Succoso". Gran bel vino. Da comprare a occhi chiusi. Gli ho dato 93 centesimi, per quel che conta un punteggio centesimale.
Il vino di Gottardi l'ho bevuto solo in finale. Per me, il quarto in ordine di punteggio. I miei appunti: "Naso officinale. Rosmarino. Poi fruttino. Spezie. Bocca sulla spezia. Pieno. Elegante. Mediterraneo. Bel tannino". Il solito fuoriclasse, insomma: il Mazzon non tradisce mai. Per me, è da 90 centesimi, ed è un punteggione, per i miei standard.
Il Pinot Nero di Elena Walch mi ha convinto a dare 92 centesimi in finale (non l'ho avuto in batteria), piazzandosi al terzo posto nella mia personalissima graduatoria. Me lo sono appuntato così: "Naso speziato, piacevolmente. Bocca di rabarbaro, spezia, china, fragolina, lampone. Ricco. Fresco. Succoso". Da strabere.
Ora, i due trentini: Maso Cantanghel e Val di Cembra.
Il primo, Maso Cantanghel, l'ho avuto nel bicchiere ben due volte nella finale (la formula prevede assaggi "random", per cui lo stesso vino può esserti servito più volte, ma tu non lo sai). Ebbene, tutt'e due le volte m'è piaciuto, ma senza esaltarmi, e infatti in entrambi i casi gli ho assegnato esattamente lo stesso punteggio: 78. Magari l'ho un po' penalizzato perché m'è parso un po' vegetale all'olfatto, ed è una nota che in genere non apprezzo, mentre per altri può essere un aspetto positivo, in quanto capace - mi si è spiegato - di portar con sé una certa rusticità. Pareri diversi.
Il Vigna Saosent della Cantina della Val di Cembra ho assegnato 86 centesimi, che è una valutazione piuttosto alta. L'ho definito nelle mie note "rustico", pur'esso per una certa erbaceità, ma l'ho trovato di costrutto più interessante dell'altro. Sempre parere soggettivo.
Ora, manca l'altro vino, quello che per me è stato il più interessante, ma che non è andato a medaglia.
La mia nomination personale è dunque questa: Alto Adige Pinot Nero Matan 2007 Ansitz Pfitscher. Piccola azienda di Montagna, conduzione familiare, leggo. Vino buonissimo. L'ho bevuto (già, bevuto, alla faccia del degustare) solo nella finale. Gli ho assegnato 94 centesimi. Mi sono scritto: "Naso assolutamente varietale. Bocca minerale, tannica il giusto, fruttatissima. Ha muscolo, ma anche succoso frutto dolce". Vedo che nella classifica finale è al settimo posto, in buona compagnia, con Carlotto e Unterortl (Castel Juval). Be', se ricapito da quelle parti me lo compro.
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