27 maggio 2010

Finalmente una guida ai vini esteri importati in Italia: è su Enogea

Angelo Peretti
Ecco, se dovessimo ragionare alla maniera di Facebook, sarei un fan. Di Enogea, la rivista - pardon, la "newsletter bimestrale indipendente" - di Alessandro Masnaghetti. E, permettetemi, del suo fido collaboratore Francesco Falcone. Gente che ha dimostrato coi fatti che di vino ne capisce eccome.
Enogea, per chi ancora non la conoscesse, non si trova in edicola. Tocca abbonarsi. Ed è un piacere leggerla. Niente pubblicità. Tanta giusta soggettività. Vivaddìo, questa è informazione.
Sull'ultimo numero arrivato per posta, è proprio Falcone (sul sito di Enogea si dice che "è uno che gira, gira, gira e poi gira ancora. Assaggia molto e ha l’entusiasmo di chi guarda le cose con occhio limpido") a firmare una rubrica che spero - come leggo nelle intenzioni dichiarate - possa continuare: è la recensione dei vini stranieri importati e distribuiti in Italia. Finalmente. Più che una rubrica, un servizio.
La prima tappa è dedicata a Balan, che importa Schloss Johannisberger (grandi Riesling tedeschi), un bel po' di ottime cose borgognone, un che d'Alsazia e di Rioja, e poi Belgrave, Clos de Jacobin e Valandraud dal Bordolese.
Prossime tappe Bolis, Meregalli, Moon Import, Fratelli Pellegrini, Sarzi Amadè. Benissimo. Perché in effetti, come scrive Francesco, "orientarsi nei cataloghi degli importatori di vini esteri non è mai facile né per il più preparato dei sommelier, né per il ristoratore più ambizioso, né per l'amatore incallito". E dunque il più delle volte la scelta è orientata sui soliti noti. Perdendo occasioni preziose, per sé e per i clienti.
Ora che alla buon'ora c'è anche una sorta di guida agli importatori, mi aspetto - ma mi illudo: è impossibile - un miracolo. Ossia che i medesimi importatori accettino di vendere (anche a casse, a lotti, quel che si vuole) ai privati che hanno passione per il vino. Trovo insopportabile leggere i siti dei distributori e non poter mettere le mani su qualcheduna delle bottiglie che hanno in catalogo. Sarebbe tempo che anche in Italia ci fosse un servizio decoroso di vendita - on line, su catalogo, quel che volete - per l'appassionato che non abita nelle grandi città dotate di super-enoteche. Lo so: mi illudo.

Nessun commento:

Posta un commento