Angelo Peretti
Olistico non è aggettivo che si usi nella vita quotidiana. E non è neppure così facile, di primo acchito, comprenderne il significato, ammettiamolo. Ma occorrerà farci l'abitudine, penso. Perché al settimo Congresso nazionale di Slow Food, Carlo Petrini, che del movimento della chiocciolina è stato fondatore - e ne è tuttora attivissima guida sul fronte internazionale -, l'ha usato e ribadito e sottolineato. Olistica è la visione che Slow Food ha del mondo. E visto e considerato che Slow Food ha una certa visibilità nelle cose della gastronomia - o meglio, dell'eco-gastronomia contemporanea -, ritengo che occorra cominciare a farci l'abitudine.
Ho qui a portata di mano i due volumi di un'edizione magari un po' vecchiotta del vocabolario Devoto-Oli. Leggo che l'olismo - da cui l'aggettivo olistico - è la "teoria biologica che sottolinea l'importanza dell'organismo in quanto totalità". Viene dal greco hólos, che significa "tutto intero". Ecco, se non ho capito male, ascoltando Carlin che parlava ad Abano Terme al popolo della chiocciola lenta - ero fra i seicento e passa in sala -, questa è la visione che Slow Food vuole avere della vita e del mondo: uno sguardo all'intero, rifiutando la teoria meccanicistica che vorrebbe spiegare tutto a partire da un singolo ingranaggio della natura o della "macchina" umana. Soprattutto, la fine di una visione all'agroalimentare fondata sulla separazione tra il mondo della produzione e il mondo del consumo.
Non è cosa da poco: sintetizzare le idee è il primo passo per poter tentare di cambiare le regole del gioco. Le rivoluzioni partono quasi sempre da intuizioni che sembrano assolutamente semplici. Ne ha citata una lo stesso Petrini, di queste intuizioni: l'"ora et labora" di san Benedetto. Quella rivoluzionaria formula benedettina cambiò radicalmente l'Europa, mettendo in stretta interconnessione il divino con il quotidiano. Prima leva dello straordinario contributo offerto dal monachesimo allo sviluppo dell'agricoltura europea. Che difficilmente avrebbe potuto vivere il suo glorioso sviluppo - di cui tuttora beneficiamo - senza quella concettualizzazione.
Sia chiaro, stiamo parlando d'altro. Ma è significativo che il "da lunedì si cambia" più volte ripetuto ai delegati dal presidente nazionale di Slow Food, Roberto Burdese, poggi su un concetto che dovrebbe - uso il condizionale, come sempre tento di fare per i progetti che debbano ancora concretizzarsi - far da guida all'azione.
Prima il pensiero, poi l'azione, certo. E quel "da lunedì si cambia" presuppone - l'indicazione è venuta ancora da Burdese, e l'ha confermata Petrini - la trasformazione del movimento di gastronomi in un nuovo "soggetto politico". Distribuito capillarmente sul territorio, sul quale operano le cosiddette condotte, ossia, appunto, "le espressioni locali dell’associazione". Ha affermato Burdese: "Ogni nostra condotta deve imporsi all’interno del proprio territorio come un forte soggetto politico, visibile, attivo, in grado di fare rete con gli altri soggetti presenti sul territorio. Un soggetto che attraverso il proprio impegno afferma e difende quelli che abbiamo individuato come i nostri pilastri ideologici: il diritto al piacere; il sostegno a pratiche di scala locale; la biodiversità; la sovranità alimentare per tutti; la lotta agli sprechi; la difesa del paesaggio, del suolo e del territorio; la valorizzazione della memoria locale; l’educazione". Progetto ambizioso.
Carlo Petrini è andato più in profondità: "Da questo congresso - ha scandito - Slow Food esce come nuovo soggetto politico che incide nella realtà concreta del Paese. La nostra caratteristica, la visione politica, non rientra nei canoni tradizionali e negli schemi della politica tradizionale: destra e sinistra sono categorie superate per esprimere un giudizio su di noi. La novità sta nella visione olistica del mondo: le vecchie categorie di pensiero basate sul meccanicismo, sul riduzionismo, sono ormai drammaticamente superate dagli attuali avvenimenti dovuti alla crisi. Questa interpretazione scientifica ha danneggiato il mondo agricolo e il nostro cibo; e i fondamenti del cibo sono gli stessi della vita. Il modello basato sul consumismo sempre crescente ha dimostrato il suo fallimento".
grande, grande Carlo Petrini
RispondiEliminache sempre riesce a far passare
riducendolo quasi a formula
il modello di vita che abbiamo sposato e che dobbiamo testimoniare
ambra
I prodotti alimentari migliori escono sempre da un'impostazione di visione della produzione olistica.
RispondiEliminaFinalmente! Carlin vede lungo come sempre, e da abile uomo di comunicazione tesse nuovi scenari che affondano nel passato ove, forse, la nostra natura umana, è meno lontana da noi stessi. "Così sopra come sotto" è una sintesi del pensiero olistico che vede l'universo, e noi con esso, componenti di un "unico" . Il comunista Petrini diviene così sacerdote laico di un concetto panteista del vivere. Per dare nuovo significato alla nostra vita, tracciando percorsi virtuosi, in omaggio alla Madrea Terra.
RispondiEliminaHo l'impressione che Petrini abbia colto il momento opportuno per garantire alla sua idea un attento uditorio. Magari era già latente da tempo, ma non c'erano ancora le condizioni più favorevoli per essere seriamente presa in considerazione.
RispondiEliminaOra di fronte al fallimento evidente del modello consumistico, il tentativo di proporne uno nuovo e diverso, sarà senz'altro meno velleitario; comunque non facile, poichè si tratterà di ricostruire il concetto di qualità della vita, su altre basi.
Fondamentale sarà capire come si esplicherà il momento dell'azione; cioè in che modo l'associazione riuscirà ad imporsi come soggetto politico all'interno del territorio; come riuscirà a coinvolgere e allargare il bacino d'utenza.
Bello e impossibile anche se condivisibile ma penso che tutto sia parecchio utopico ... la potenza di fuoco del consumismo è ancora altissima, spero di sbagliarmi, ma anche in questo momento di crisi globale non mi sembra sia venuta poi tanto meno ... se l'economia riprende hai noi!!! Vai a spiegare l'etica ai paesi emergenti.
RispondiEliminaIn ogni caso è moralmente doveroso sostenere sempre e comunque l'ideale di Carlin Petrini.