Mario Plazio
Si parla spesso e a sproposito di “bordolesi” italici, intendendo con questo dei tagli di cabernet e merlot che si presume ricordino i classici francesi. In realtà conosco ben pochi rossi che nella nostra penisola possano stare alla pari con i cugini d’oltralpe. La cifra stilistica di questi ultimi, al contrario di molto pensiero comune, non è fondata su concentrazione e muscoli.
Chi ha avuto la fortuna di bere qualche boccia di un Pauillac di oltre venti anni ha capito cosa intendo. Eleganza e beva sono ai massimi livelli planetari.
Se devo citare un vino che si indirizza verso questi sentieri impervi, è il Breganze Cabernet dei cugini Zonta in quel di Breganze.
Il loro 2007 mi pare un consistente passo verso le finezza e la compostezza delle sensazioni che tanto mi ricordano un buon vino della Rive Gauche.
Il naso è austero, tra spezie e mineralità.
Certo, la bocca non nasconde una materia concentrata, ma non spinge troppo il tasto della maturità. Il tutto resta in perfetto equilibrio, con la giusta dose di modernità applicata ad un grande classicismo.
Dopo un paio di giorni tira fuori una fortissima vena ferrosa che non mi ricordo di aver scorto negli anni passati, e i tannini si lisciano parzialmente.
Sono curioso di vedere come riuscirà ad evolvere nel tempo. Da parte mia sono pronto a scommettere.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
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