Angelo Peretti
Mi piace, il brachetto. O meglio, mi piacerebbe quest'uva e il vino che se ne trae, se solo fosse un po' più facile trovarlo e trovarne di buono. E invece - ammettiamolo - è un po' derelitto, ché l'hanno disdegnato in tanti, quasi come non fosse degno d'attenzione dopo l'ubriacatura modaiolo d'una certa versione bollicinosa di venti e passa anni fa.
Ordunque, ho bevuto con vero piacere un bicchierino d'un fascinoso Brachetto passito.
O meglio, leggo sul sito del Forteto della Luja, che lo produce, che si fa vendemmia tardiva e poi breve appassimento e in seguito fermentazione - lenta - in piccole botti, epperò il legno - almeno m'è parso - non lo si avverte, tant'è vibrante e intensa la presenza fruttata.
Brachetto passito Pian dei Sogni, dunque. Del 2006.
Rubino-granata alla vista.
Ed ecco: è fragola stramatura e amarena e anche lampone il primo impatto quando ce l'hai nel bicchiere. E fiori. Fiori freschi, fiori essiccati.
Persistentemente. In perfetta corrispondenza e sintonia fra olfatto e gusto.
Vino ammaliante.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
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