Angelo Peretti
Qualche tempo fa scrivevo su quest'InternetGourmet che siamo "condannati alla fascetta": che insomma se si vuol rendere distinguibile - tracciabile, dice qualcheduno - una bottiglia, allora la legge italiana non lascia altra soluzione che appiccicare anche sulle bocce dei vini doc - com'è per i docg - la linguetta di carta stampata dalla Zecca (come fossero schèi di carta). Epperò - dico io - sarebbe bello se si potesse usare, al posto della fascetta, una capsula col contrassegmo. Rendendo di fatto riconoscibile la provenienza del vino, come fanno i francesi o gli austriaci.
Leggo ora su Intravino che in Alto Adige - pardon, Südtirol - la capsula l'hanno ideata, e distinguerà i vini della provincia autonoma che abbiano almeno una qualche dignità di prezzo.
Jacopo Cossater, nel post d'Intravino, parte scrivendo: "Facciamo così: invece di dedicare all’argomento qualche riga introduttiva andiamo direttamente oltre e diamo per scontato che l’importanza della riconoscibilità per un determinato territorio sia cosa buona e giusta. Ok? Bene. Appurato questo possiamo iniziare a parlare di quanto sia importante per il famoso consumatore medio capire immediatamete, anche e soprattutto dalla confezione, la provenienza di un prodotto". E condivido.
Poi dice: "Ecco quindi che fa piacere constatare che anche un territorio di primaria importanza come l’Alto Adige ha deciso di puntare ancora di più ed in modo unito verso un concetto chiaro di riconoscibilità. Dall’anno prossimo ed in generale dalla vendemmia 2010, infatti, molte delle cantine della provincia autonoma di Bolzano useranno una capsula comune che riporta sulla testa la dicitura 'Südtirol' con relativo logo". Eppoi spiega che "l’unico scoglio riguarda il prezzo, se un produttore infatti propone bottiglie a denominazione di origine inferiori ai 3,90 euro iva esclusa non si potrà fregiare di questo particolare bollino di appartenenza", ed anche questa non è una cattiva trovata.
Ora, nei commenti al pezzo d'Intravino c'è chi ha sollevato obiezioni, anche accese, al fatto che il nome sia solo in tedesco, e non compaia anche l'italico Alto Adige accanto al teutonico Südtirol, ma a me la cosa non fa impressione: liberi gli altoatesini-sudtirolesi d'applicare il marchio che ritengono più efficace in fatto di comunicazione. E comunque, con questa mossa stanno di un bel passo davanti agli altri vigneron. E un po' li invidio.
Angelo sei forte,
RispondiEliminaprima sbagli....."Alto Adige" poi correggi Sudtirol, alla fine ti sta bene, non voglio essere guerraiolo, ma siccome l'Alto Adige è Italiano, e non Austriaco quindi non Sud Tirol, con tutto il rispetto e amicizia che porto per gli Altoatesini di lingua Tedesca, sarebbe stato più simpatico Alto Adige.
Paolo Menapace
Capisco le tue argomentazioni, Paolo, ma la legge, quella italiana, gli permette di usare il tedesco, e loro lo usano. E comunque non vorrei mai che, nel nome dell'idioma italiano, ci obbligassero un giorno a chiamare Recchiotto il nostro venetissimo Recioto.
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