Mario Plazio
Il Soave Monte di Fice sembra incarnare una nuova via per il vino bianco d’eccellenza del veronese. Almeno questo sembra essere quello che si deduce da questo 2006 ancora estremamente giovane (e dall’assaggio in cantina degli altri vini aziendali).
Colpisce la grande aromaticità ed apertura del vino, il bilanciamento tonale. Intendo dire che ci troviamo di fronte ad uno stile consensuale, lineare, elegante e moderno. Senza però tutti quei tecnicismi che spesso devo dire, molti degustatori confondono con la definizione di “moderno”.
Non sempre abbiamo bisogno di vini introversi, intellettuali e compiaciuti di quanto sono ostici. Dico anche che ogni tanto (o spesso) c’è una non tanto sottile vena di compiacimento nel parlare di questi prodotti poco accessibili, le cui chiavi di lettura sono forniti ai soli iniziati.
Con tutto questo il Monte di Fice non c’entra nulla. È, per dirla in linguaggio internazionale, “easy”. E credo sia una carta notevole da spendere nel panorama di crisi che colpisce anche il mondo del vino.
Di bottiglie come questa ce ne vorrebbero molte, territoriali, semplici e immediate. Sono sicuro che il mercato tributerà il giusto riconoscimento proprio a questo tipo di vini.
Due faccini + :-) :-)
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