Angelo Peretti
Oh, là là: mica per forza se il vino sa di tappo è colpa del tappo. Sulla rivista britannica Decanter - numero di novembre - leggo che c'è chi è convinto che sia stato "sin qui notevolmente sottostimato il rischio che il vino sappia di tappo a causa della contaminazione delle nuove botti in rovere". Insomma: il famigerato tricloroanisolo - il tca -, responsabile dell'ignobile odoraccio tapposo, si anniderebbe anche fra i legni delle cantine.
"Dei test di laboratorio condotti in Francia - dice il magazine inglese - suggeriscono che ci sono varie fonti di contaminazione da tca nel legno di quercia, che si ritiene possano verificarsi quando il legno è stato essiccato in maniera naturale".
Ordunque, la puzza di tappo potrebbe originarsi sia nel tappo in sughero, sia nella barrique.
Urca! A questo punto la soluzione è obbligata: orientarsi su vini fatti in acciaio e imbottigliati con la capsula a vite. Che sono poi i vini che in genere piacciono a me, ma questo detto sommessamente, quasi sussurrato.
Caro Angelo, altrettanto sommessamente, ma neanche tanto, mi ostino a considerare il tappo in sughero il meglio possibile del vino. Sia dal punto di vista organolettico che su quello del versante per una economia sostenibile.
RispondiEliminaGiusto oggi aperto un Chateau Pradeaux 1990 il cui tappo è favolosamente intatto. Messo alla cieca sembrerebbe tappato giusto ieri. Il vino... comincia ad essere maturo.
Ciao,
Alvaro Pavan
PS: aborrisco l'acciaio, molto più contaminante di quanto si creda.
Caro Alvaro, invece io ritengo che la capsula a vite non abbia generalmente rivali. Amo bere vini invecchiati, e anche molto (sono del '59 e bevo Bordeaux e Riesling del mio anno, giusto per fare un esempio), ma odio trovarmi con due bottiglie dello stesso vino diversissime tra di loro perché i rispettivi tappi in sughero ne hanno determinato una diversa evoluzione. Lo stelvin questo rischio me lo toglie. Ti invito a provare qualche vino che abbia un po' d'anni di capsula a vite, e poi ne riparliamo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda l'acciaio, a me va bene qualunque contenitore che non determini un'aggiunta aromatica al vino. Il meglio, a mio avviso, son le vecchie botti, purché immuni da troppa influenza di brett.
Sono del 59 anch'io, e sulle vecchie botti potremmo aprire un fronte comune. Quando sarà il momento di provare una bottiglia tappata stelvin di 50 anni, sarò già ritornato alla terra madre da un bel po'. Però, modestamente, in natura niente è statico, men che meno uno stelvin...
RispondiEliminaCom'è il Mouton 59?
Ciao,
Alvaro Pavan
Il '59 è stata una grand'annata: non per caso ci siamo nati noi...
RispondiEliminaAl di là delel battute, fu davvero un'annata molto bella sia per i bianchi (Germania) che per rossi (conosco i Bordeaux, del resto non ho provato granché, anche se ricordi piacevolmente l'Amarone Bertani della nostra vendemmia).