24 novembre 2010

I Colli Bolognesi e il Gambero "cattivo"

Angelo Peretti
Ho seguito da lontano - da giornali e blog, intendo - la polemica innescata dai produttori dei Colli Bolognesi nei confronti della guida del Gambero Rosso e del suo responsabile locale, rei - a sentire i vigneron del luogo - d'aver trascurato o sottostimato zona e denominazione. E, insomma, per sintetizzare, ricordo che sul Resto del Carlino si son letti vari interventi di cantinieri bolognesi - ed anche della stessa presidenza del Consorzio di tutela - che han dichiarato che non manderanno più il vino agli assaggi della guida gamberista.
Dal canto suo, il direttore della guida, Daniele Cernilli, intervenendo nel fitto dibattito del blog Intravino, ha sostenuto che se i vini non glieli manderanno, vorrà dire che il Gambero se li comprerà. E c'è chi si è spinto a ribattergli: "Attenzione a reperire i campioni contro la volontà delle aziende: le vie legali, a volte, sono infinite…". Minaccia per me inquietante, visto che le bottiglie recensite su quest'InternetGourmet sono per la stragrande maggioranza acquistate dal sottoscritto e dunque reperite senz'alcun consenso del produttore. Il quale produttore, tuttavia, in etichetta o in contr'etichetta non l'ha mica scritto che il suo vino va bevuto previa sottoscrizione di verbale di conciliazione nel quale il compratore s'impegna a non dare giudizio alcuno sul prodotto, obbligandosi invece a bere in totale silenzio. E allora me lo compro, me lo bevo e dico quel che ne penso, vivaddìo.
Detto questo, credo che 'sta questione bolognese sarò curioso di vedere come va a finire, se insomma il faccia a faccia andrà avanti con puntiglio o se invece andrà a finire a crescentina e Pignoletto (dir tarallucci e vino mi sembrava fuori luogo), nel qual secondo caso avverto che non mi dispiacerebbe essere in qualche modo della partita, ché amo certa cucina ruspante e i vini dalla beva non impegnativa.
Giusto così per dire, ricordo che un paio d'anni fa, quando L'Espresso uscì con la copertina di Velenitaly proprio in apertura dell'evento veronese del Vinitaly, raccolsi incavolatissime determinazioni del mondo vinoso circa il "non manderemo mai più i vini alla guida dell'Espresso". Poi la guida uscì e non mi sembra proprio che fosse in formato mignon per deficit di vini assaggiati.

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