Angelo Peretti
Da una rivista all'altra, dal Regno Unito alla Francia.
Scrivevo ieri che la britannica testata di Decanter ha informato che c'è chi è convinto che sia stato "sin qui notevolmente sottostimato il rischio che il vino sappia di tappo a causa della contaminazione delle nuove botti in rovere" e che il famigerato tricloroanisolo - il tca -, responsabile dell'odore di tappo, possa arrivare al vino a seguito da contaminazioni del legno di quercia.
Leggo ora in un trafiletto della Revue du Vin de France che la Fedération des tonnelliers de France, la federazione dei bottai transaplpini, cioè, replica che "i casi sospetti di barriques contaminate rappresentano lo 0,04% della produzione annuale" e che si tratta dunque di "meno di 100 botti per anno".
Commenta la Revue, a mio vedere più che appropriatamente: "Non sono già troppe così?"
Vero, verissimo: 100 barrique l'anno "che sanno di tappo" significano più di 22 mila litri di vino difettoso, e dunque grosso modo 30 mila bottiglie fallate: quelle, mica le pagano le tonnellerie, accidenti!
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