29 novembre 2010

Il decalogo di Parker: sarà davvero il tempo della capsula a vite?

Angelo Peretti
Il decalogo di Robert Parker sul futuro del vino l'hanno potuto ascoltare i partecipanti al Boroli Wine Forum 2010 svoltosi nei giorni scorsi a Castiglione Falletto presso la cantina La Brunella. Io non c'ero, e ne ho letto su WineNews. E credo sia importante meditarle le indicazioni di Parker, perché, bene o male, è lui che ha dettato la strada del commercio internazionale del vino nell'ultima quindicina d'anni, tant'è che si parla da tempo di parkerizzazione della produzione, e dunque di vini concentrati, possenti, tannici, scurissimi. Sapere come la pensa il profeta del vinone è fondamentale per vedere l'aria che tira.
Ora, il decalogo parkeriano lo riporto pari pari qui di seguito.
1. L’utilizzo dei siti specializzati diventerà di uso comune, diffondendo in maniera più democratica ogni genere di informazione;
2. scoppieranno vere e proprie guerre per aggiudicarsi i vini migliori: grazie alla pressione dei nuovi mercati come Asia, Sud America e Europa centrale e dell’Est, una cassa di grande Bordeaux che oggi costa 4.000 dollari toccherà i 10.000;
3. la Francia avrà un ridimensionamento: la globalizzazione del vino avrà conseguenze disastrose per questo Paese, e se il 5% dei produttori continuerà a mettere sul mercato vini top, molti falliranno;
4. i tappi spariranno: entro il 2015 la maggioranza delle bottiglie non avrà più tappi di sughero ma tappi a vite;
5. la Spagna sarà la nuova star dell’industria e, sempre entro il 2015, le regioni più quotate saranno Torno, Jumila e Priorat;
6. esploderà il Malbec: tra 10 anni la grandezza dei vini argentini prodotti con uva Malbec sarà riconosciuta da tutti;
7. la Costa Centrale della California governerà l’America, e la regione di Santa Barbara soppianterà la Napa Valley;
8. il Centro-Sud Italia aumenterà di prestigio: Umbria, Basilicata, Sardegna e Sicilia diventeranno sempre più famose;
9. ci sarà un numero sempre maggiore di buoni vini e buon prezzo, soprattutto di produzione europea e australiana;
10. la parola d’ordine sarà diversità: avremo vini di qualità dai Paesi più inaspettati come Bulgaria, Romania, Russia, Messico, Cina, Giappone, Turchia, Libano e, forse, perfino dall’India.
Ora, qualche commento, mio, personalissimo, opinabilissimo.
1. Che l'utilizzo dei siti specializzati possa diventare di uso comune mi fa piacere e lo spero, visto che un pochettino è anche la mia piccola ambizione; credo ci voglia peraltro tanta, tanta professionalità;
2. e chi se ne frega se i cinesi compreranno sempre più premier cru? mica faccio l'investitore del vino, io, e comunque quando le bolle speculative si allargano, prima o poi scoppiano (dice niente la new econony?);
3. temo che la profezia sulla crisi francese si avveri, ma allora i prezzi dei terreni vitati scenderanno in picchiata e dunque prima o poi ci sarà chi tornerà a investire sulla Francia;
4. magari! non vedo l'ora che lo screwcap - la capsula a vite - conquisti la produzione vinicola, regalandoci la bellezza di vini più freschi, dinamici e soprattutto integri;
5. sulla Spagna stanno concentrandosi - che strano - le attenzioni del mondo anglosassone, e loro, gli spagnoli, si stanno sempre più americanizzando nello stile, e per l'Italia temo possano essere guai seri, ma occorre in primis verificare se i venti di crisi economico-finanziaria che stanno spazzando il paese iberico lasceranno il segno anche sul comparto vitivinicolo;
6. chissà: quella del Malbec sarà mica una nuova moda destinata a durare quel che dura? adesso me li vedo i miei conterranei veneti che tornano a piantare malbèc nelle zone di pianura, come facevano prima dell'infatuazione per il pinot grigio;
7. ah, capito, ma chi se ne frega su quale regione a stelle e strisce prevarrà in America?;
8. siamo certi che i bravi vigneron dell'Italia meridionale sapranno emergere davvero sopra le drammatiche, incarnite contraddizioni che nascono dalla pressione "dell'altro stato" che domina da quelle parti? coraggio, faccio il tifo per voi!;
9. sono completamente d'accordo, ché la competizione a mio avviso sarà proprio su questo terreno: proporre a buon prezzo vini dalla precisa identità;
10. non ho dubbi che avremo vini di qualità anche fuori dall'Europa "classica", e dunque mi aspetto una nuova corsa a investire sui "nuovi mondi": ma dove lo metteremo tutto 'sto vino?

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