Mario Plazio
Se avete dubbi sui vini biodinamici, su quelli senza zolfo o naturali che siano, allontanatevi da questa etichetta. Non è il miglior esempio da citare per convincere che è incerto od ostile alla tipologia.
Questo Sauvignon è del 2004 (il vin de table non può riportare l’annata) e per fugare qualsiasi dubbio sfodera da subito un colore oro-arancio molto intenso.
Vorticoso il naso, che colpisce soprattutto per l’aspetto balsamico che giunge e sfumature di canfora, con un frutto maturo che però non diviene esotico.
Ecco, questo è un vino che sarebbe divertente servire in un bicchiere nero. Credo che quasi tutti lo prenderebbero per un rosso. E un rosso tosto, mica un vinuccio qualsiasi.
In bocca è proprio il tannino a dettare legge, con un carattere irriducibile che non flette di un millimetro nemmeno dopo qualche giorno. Caffè, ribes e una inevitabile presenza di acidità volatile.
Tirando le somme: un vino a parte, troppo caratterizzato per poterlo valutare, ma che potrebbe sconvolgere qualcuno (nel senso positivo intendo). Da provare comunque per arricchire ulteriormente il proprio bagaglio.
Non valutabile in faccini
Nessun commento:
Posta un commento