13 novembre 2010

Mezzanotte, Cenerentola e l'alcoltest

Angelo Peretti
Da stanotte, ogni notte a mezzanotte la carrozza ridiventa zucca e il ristorante deve darti l'etilometro: l'han presentata così, grosso modo. Ma non è esattamente così. Ché in realtà, se non ho capito male, è vero che d'ora in poi bar e ristoranti e insomma chiunque abbia la licenza per la somministrazione di alcolici - feste di piazza comprese - deve mettere a disposizione dei clienti un etilometro, oltre ad affiggere le complicate e dunque inutili tabelle alcolemiche all'entrata, all'uscita e all'interno del locale, ma vale solo se si chiude bottega dopo mezzanotte. Lo prevede il codice della strada.
Adesso divento burocrate, ed evidenzio che l'articolo 54 del nuovo codice dice che di quanto sopra hanno l'obbligo "i titolari e i gestori degli esercizi muniti della licenza prevista dai commi primo e secondo dell'articolo 86 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni" e che nella fattispecie ricadono anche "gli esercizi ove si svolgono, con qualsiasi modalità, spettacoli o altre forme di intrattenimento e svago, musicali o danzanti", ma anche "chiunque somministra bevande alcoliche o superalcoliche in spazi o aree pubblici ovvero nei circoli gestiti da persone fisiche, da enti o da associazioni". Tutti costoro non possono vendere alcolici fra le 3 di notte e le 6 del mattino, e in più, se continuano a tenere aperto anche dopo mezzanotte - la norma vale infatti per i titolari "che proseguano la propria attività oltre le ore 24" -, "devono avere presso almeno un'uscita del locale un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico, di tipo precursore chimico o elettronico, a disposizione dei clienti che desiderino verificare il proprio stato di idoneità alla guida dopo l'assunzione di alcool" e ancora "devono altresì esporre all'entrata, all'interno e all'uscita dei locali apposite tabelle".
Bene. Però c'è un però. Anzi, più d'uno. Ne cito qualcheduno, giusto per dire.
Primo: che si beva alcol liberamente fino alle 3 di notte comunque mi preoccupa. Capiamoci: dura che la coppia a cena al ristorante alle due e mezza ordini una bottiglia di Barolo. Perché a quell'ora non si cena e comunque i ristoranti sono chiusi e comunque chi ama il buon bere a quell'ora in genere è a nanna. Semmai temo si tratti di beveroni alcolici serviti a ragazzini e non certamente al ristorante, dove si beve mangiando.
Secondo: comunque, mettere a disposizione l'alcoltest non vuol dire metterlo in vista e nemmeno invitare ad usarlo. Mettere a disposizione vuol dire averlo, l'alcoltest, e basta.
Terzo: o ce l'hai o non ce l'hai, o bevi o non bevi, cosa c'entra mezzanotte? Forse che fino all'ora di Cenerentola ci si può sbronzare e poi no?
Quarto: chi mi garantisce che la macchinina è a norma ed ha ricevuto una buona, costante manutenzione?
Eppoi ne dico un'altra: e se cominciassimo ad essere seri e liberalizzassimo, come si fa in tant'altre parti d'Europa, delle licenze di trasporto serali fuori dai grandi centri urbani - anche per guidatori part time - in modo che io possa farmi portare al ristorante e poi a casa anche se vivo in campagna, senz'essere spennato e aspettare un'ora per il taxi?

3 commenti:

  1. Bisognerebbe che chi fa le leggi sapesse di cosa si parla. Non solo riguardo all'alcol.

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  2. ci sono compagnie di amici che invece di passare la serata in discoteca, preferiscono (preferivano)passarla in enoteca,ed ora invece con questo coprifuoco si contribuisce a mettere in ginocchio ristoratori, enoteche, produttori ecc ecc ovviamente, non i supermercati, (a discapito della qualità...............)
    luciano barbieri

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  3. Vero, Luciano, ma non demonizziamo i supermercati: ce ne sono alcuni che lavorano bene nel settore vino, facendo cultura, anche se in Italia sono una mosca bianca (in Francia le cose funzionano nettamente meglio). Dobbiamo in ogni caso tornare ad associare, com'è giusto che sia, il vino al cibo, spiegando che, a pancia piena, due o tre bicchieri di vino non ti fanno perdere la patente. E, insisto, dobbiamo chiedere di avere più trasporto pubblico, più economico, e più capillare. Anche nei piccoli centri.

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