Angelo Peretti
Da gennaio, quando entrerete in un supermercato e passerete davanti al reparto vini, la probabilità che vi troviate ad avere a che fare con un Lambrusco proveniente dalla galassia Riunite-Giv è altissima. Perché il Gruppo Italiano Vini, prima realtà vinicola nazionale, è controllato da quasi due anni da un altro colosso, il gruppo reggiano modenese Riunite & Civ, che è leader credo assoluto nella produzione e nella commercializzazione del Lambrusco, ed ora lo stesso Giv sta per acquisire un celebre marchio "lambruschista" come Cavicchioli. Nei giorni scorsi è stata infatti raggiunta un’intesa preliminare tra il Gruppo Italiano Vini di Verona e la Cavicchioli per la cessione, a far data dal primo gennaio 2011, della cantina di San Prospero, in provincia di Modena, e del marchio Cavicchioli.
Leggo in un comunicato stampa che secondo Sandro Cavicchioli l’accordo “è stato sottoscritto nel segno della continuità, della valorizzazione e dello sviluppo dello storico marchio e dei suoi prodotti”. Nata nel 1928, la Cavicchioli è "un nome di prestigio nella produzione del Lambrusco di qualità ed un punto di riferimento nella viticoltura del territorio della provincia di Modena". Una realtà, dice il comunicato, che "ha saputo valorizzare e diffondere i Lambruschi di qualità doc modenesi sul mercato nazionale, dove detiene la posizione di leadership, e su quelli internazionali".
I Cavicchioli, peraltro, resteranno protagonisti della produzione vinicola mentenendo le aziende Bellei a Sorbara e Castelfaglia in Franciacorta, ma seguiteranno anche "nella gestione dei vigneti di proprietà, le cui uve continueranno ad essere destinate alla produzione dei vini a marchio Cavicchioli”.
La voce del Giv è affaidata a Corrado Casoli (è lui nella foto qui sopra), presidente di Gruppo vinicolo, che sottolinea che “il Lambrusco di qualità rappresenta oggi una grande opportunità di sviluppo su tutti i mercati. Il Gruppo Italiano Vini, grazie alla grande esperienza che vanta nella produzione e commercializzazione di alcuni tra i più storici marchi dell’enologia italiana, saprà cogliere al meglio tale potenzialità e raggiungere nuovi e prestigiosi traguardi per il vitigno Lambrusco e per il marchio Cavicchioli. In quest’ottica – aggiunge Corrado Casoli – Sandro e Claudio Cavicchioli continueranno a collaborare al consolidamento dell’azienda rispettivamente per la parte tecnica e per quella commerciale, mettendo la loro competenza e passione al servizio del Gruppo”.
Credo sia interessante citare un altro passaggio del comunicato, quello in cui si ricorda che "Gruppo Italiano Vini, la più importante realtà vitivinicola italiana con un turn over di oltre 300 milioni di euro, possiede vigneti e cantine nei territori italiani più vocati alla vitivinicoltura. Le tenute del Gruppo hanno nomi noti che riportano alla mente la storia e la tradizione del vino nel nostro Paese: Formentini nel Collio, Bolla, Santi, Galtarossa e Lamberti in Veneto, Nino Negri in Valtellina, Ca’ Bianca in Piemonte, Melini nel Chianti, Bigi in Umbria, Fontana Candida nel Frascati, Terre degli Svevi in Basilicata; Castello Monaci in Salento e Tenuta Rapitalà in Sicilia. Un patrimonio di 1250 ettari di vigneto". In più, "il 2010 è stato un anno importante per il Gruppo Italiano che, dopo l’accordo di commercializzazione degli spumanti a marchio Carpenè Malvolti firmato lo scorso 21 aprile, chiude l’anno con l’operazione Cavicchioli".
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