8 aprile 2011

Al supermercato crolla in vino in brik e cresce quello a doc, ma non c'è da stupirsene

Angelo Peretti
Vado avanti in questi giorni vinitalyani nel dire la mia sui temi che ho visto affiorare sul sito del Vinitaly. Oggi per esempio, 8 aprile, è in programma un convegno della fiera veronese per la presentazione di una ricerca condotta SymphonyIRI sull'andamento delle vendite del vino nella grande distribuzione. I risultati sono stati ovviamente anticipati da tempo tramite un comunicato stampa, che dice: "Calano le vendite del vino confezionato, ma crescono i vini a denominazione d’origine di fascia alta". Insomma, come si legge, "anche le vendite di vino nei supermercati nel 2010 risentono della contrazione dei consumi e confermano le difficoltà dell’intero mercato nazionale del vino". Però mentre "il dato totale delle vendite del vino confezionato (vino in bottiglia, da tavola e a denominazione d’origine, e vino brik) nel 2010 rispetto all’anno precedente è negativo, facendo segnare - 0,9% a volume (+ 0,4% a valore)", viene evidenziato che "crescono, invece, le vendite delle bottiglie da 0,75 l a denominazione d’origine (doc, docg e igt) che aumentano del 2,3% a volume ( e del 3% a valore). Ancor più significativo l’aumento delle vendite delle bottiglie a denominazione d’origine della fascia di prezzo da 6 euro in su, che mettono a segno un + 11,2% a volume ( e + 10,8% a valore)".
Come si devono leggere 'sti strani dati? Boh, ce lo diranno gli esperti. Quanto a me, la mia lettura è quella della celebre casalinga di Voghera. E dunque, per cercare di farmi capire anche dalle altre casalinghe, la articolo in tre punti. Primo, la povera gente non ce la fa più ad arrivare a fine mese, e dunque taglia tutto quel che può tagliare, ed è la gente che comprava il vino in brik o comunque il vino generico, e siccome non ha più soldi non lo compra più. Secondo, la cosiddetta "classe media", anche quella tira un bel po' la cinghia, e allora invece di andare al ristorante tutte le settimane preferisce stare a casa, ma una discreta bottiglia la vuole pur bere, e dunque quando va a far la spesa per comprare la roba da mangiare con i parenti o gli amici, compra anche la bottiglia di vino, ma siccome è in difficoltà ma non è ridotta alle pezze al culo, almeno si permette una bottiglia doc, non proprio di fascia bassissima, e dunque spende volentieri quei 6-8 euro che ti permettono di far bella figura comunque. Terzo: un po' tutti sono terrorizzati da 'sta maledetta storia della patente a punti, e dunque fuori casa non bevono più, per paura di essere beccati dall'etilometro, e allora cercano magari di bere una bottiglia a casa, e si ritorna allora al punto due, con le considerazioni che ho appena fatto.
Troppo semplicistico? Be', invece che ai superesperti, andate magari a domandarlo alla casalinga di Voghera o al sciùr Mario che fa l'impiegato in banca, e sentirete.

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