Angelo Peretti
Il 1961 fu un anno eccezionale per il vino del "vecchio mondo". A Bordeaux l'annata venne valutata come grandiosa, come il 1945, e i vini di quella vendemmia continuano ad essere strepitosi e, ahimè, carissimi.
Nel 1961 nell'Italia del vino accadeva qualcosa che, senz'avere il tocco di magica grazia che è proprio dei rossi bordolesi di quell'anno, avrebbe comunque segnato un'epoca e che ancora continua a dare copiosi frutti. Succedeva che Santa Margherita presentava per la prima volta il suo Pinot Grigio dell'Alto Adige. Un vino fatto con le sole uve pinot grigio, vinificate in bianco, senza contatto mosto-buccia, e dunque senza il tono ramato tradizionale. Erano de resto gli anni dei vini "bianco carta" che avrebbero spopolato un bel po'.
Oggi, a tanta distanza, il Pinot Grigio di Santa Margherita, che è ora sotto la doc Valdadige, seguita ad essere un prodotto di successo: ho letto che se ne piazzano qualcosa come quattro milioni di bottiglie in settantacinque paesi del mondo, mica bazzecole. Ed anzi gli si deve attribuire buona parte di quel travolgente successo - sissignori, diamo a Cesare quel che è di Cesare - che il Pinot Grigio ha avuto e continua ad avere in particolare sul mercato americano e su quello inglese. Accidenti, non c'è da mica dargli torto a Ettore Nicoletto, amministratore delegato del gruppo vinicolo Santa Margherita, se in un comunicato stampa afferma che quello, per l'appunto, del Pinot Grigio è "un fenomeno che, lungi dall’essersi esaurito, continua a raccogliere interesse da parte di segmenti sempre più ampi di consumatori di vino, consolidandosi come uno dei fattori che guidano lo sviluppo non solo di Santa Margherita, ma di tutta la vitivinicoltura nazionale".
Il comunicato in parola è quello con cui viene annunciata, appunto, la cinquantesima candelina sulla torta del Pinot Grigio di Santa Margherita e l'appuntamento coi festeggiamenti fissati venerdì 8 aprile al Vinitaly. Un convegno alle 10.30, incentrato ovviamente sul oinot grigio italiano e sulle "letture" che se ne danno in viticoltura, in enologia, nell'approccio al mercato e nella gestione dei rapporti di filiera. E poi alle 15.30 una degustazione di Pinot Grigio del mondo.
Mi par giusto darne comunicazione, di quest'evento. Che piaccia o no quel vino, bisogna ammettere che i suoi cinquant'anni li porta bene. Parecchio.
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