Quest'anno han dovuto fare i salti mortali. Intendo quei vignaioli che espongono sia al ProWein che al Vinitaly. La fiera tedesca s'è svolta dal 21 al 23 di marzo. Giusto il tempo di tornare a casa, e già c'era da pensare all'agenda per la kermesse veronese, e poi da preparare lo stand, e dall'8 al 12 aprile eccoli di nuovo in fiera. Troppo poco spazio in mezzo per poter tirare il fiato, per stabilire contatti, per fare marketing sul serio, ricontattando la gente incontrata lassù in Germania.
Il prossimo anno le cose dovrebbero andar meglio. In mezzo fra Düsseldorf e Verona c'è un mese. Il ProWein sarà dal 4 al 6 di marzo, mentre il Vinitaly invece è in calendario dall'1 al 4 di aprile.
La scelta dei tedeschi non è lasciata al caso. Come si legge sul loro sito, l'inizio di marzo è stato individuato "in armonia con il calendario delle fiere internazionalmente rilevanti del vino". Aggiungono poi, con considerevole autoreferenzialità, che "con queste date, la fiera leader dei vini e degli alcolici non solo rimarca la sua ben nota posizione di evento d'apertura per l'industria del vino e degli alcolici, ma anche garantisce condizioni ottimali sia per gli espositori che per i visitatori". Insomma: i leader siamo noi, dicono senza mezze misure, e di consequenza han pensato di giocare d'anticipo.
Ora, entrambe le date, sia quella scelta dai germanici che quella individuata dai veronesi, potrebbero avere delle controindicazioni. Nel caso del ProWein, si rischia seriamente di far la fiera senza i vini della nuova annata: troppo presto per aver già le bottiglie pronte per molte, molte denominazioni. Nel caso del Vinitaly magari c'è invece qualche problemuccio logistico per il fatto che la settimana indicata è quella che porta dritti dritti alla Pasqua (che sarà la domenica 8 aprile), ed è dunque possibile che un po' d'operatori dell'hotellerie e della ristorazione siano impegnati.
In ogni caso, meno male che in mezzo c'è un mese: vuoi vedere che stavolta si potrà fare busimess sul serio, prendendo i primi contatti in Germania e poi sviluppandoli a Verona? E il mondo del vino ne ha un gran bisogno di serietà.
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