Angelo Peretti
Ecco, leggere che una giovane donna di ventisei anni, impegnata nel far vino, dice cose del genere mi apre il cuore. Lei è Erika Pedrini e dopo aver fatto esperienza all'estero è attiva in cantina accanto al padre, alla Pravis, nella Valle dei Laghi, in Trentino. Intervistata da Francesca Negri per il suo Geisha Gourmet, alla domanda "Come legge l’attuale situazione del comparto vino?" risponde così: "Credo che questa crisi sia dovuta a un errore delle cantine e dei ristoratori. Entrambi hanno fatto diventare il vino un gioiello e questo è stato uno sbagliato. Il vino è piacere, quotidianità, non va messo su un piedistallo. Ed il suo legame con la cucina è fondamentale". Brava, brava, brava: è questo il nodo, è questa la via per riportare il vino al suo posto, per fargli recuperare la sua dimensione, per salvarlo. Lo dico e lo ripeto da tempo, e non mi stuferò di farlo fino alla noia, per quel che può contare.Francesca Negri l'intervista sulla questione del vino trentino e sulla decisione dell'Associazione dei Vignaioli del Trentino di non entrare nella Consulta del Piano del Vino, l'organismo previsto dal piano di rilancio del comparto vitivinicolo tridentino elaborato dalla Fondazione Mach e adottato dalla Provincia di Trento, e pure di disertare, probabilmente, la Mostra del Vino del Trentino maggio. "Non vogliamo né creare spaccature, né fare guerre, ma nemmeno continuare ad essere pazienti se questo atteggiamento non porta a niente" dice la giovane enologa, ed è una voce consonante con quella di tanti giovani e soprattutto di tante donne che si occupano di vino in Italia. Sì, sono le donne che salveranno il vino.
COndivido in pieno ma, se possibile, inserirei un terzo (e forse anche quarto) elemento tra i "colpevoli", ovvero le guide e i giornalisti che hanno rincorso l'eccezionale perdendo di vista il quotidiano. Per vendere più copie, forse, hanno creato il mito del vino inarrivabile, migliore di tutti gli altri...quando invece forse è semplicemente "diverso", come sono tutti diversi e tutti buoni (più o meno, senza fare di tutta un'erba un fascio è ovvio) quasi tutti i vini italiani delle aziende serie...
RispondiEliminaFabio, può essere, anzi, è, ma non ci può essere corruzione senza corruttori e corrotti. Le guide hanno orientato? Allora c'è chi si è fatto orientare, sia dal lato della produzione che dal lato del consumo. Ed è stata una scelta. Se le guide fossero state ritenute inattendibili non avrebbero modificato alcunché.
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