14 aprile 2011

Le bollicine di monsieur Paillard

Angelo Peretti
Ho scritto ieri delle idee d'uno champagnista di punta come Bruno Paillard sul tema della sboccatura. Lui la data del dégorgement sulle sue bottiglie la scrive dalla prima metà degli anni Ottanta, e dunque ci crede davvero (bravo!). Questione di rispetto verso il bevitore, m'ha detto, e concordo.
Questo l'ho scritto ieri. Senza però dire nulla dei suoi vini. E dunque eccomi qui adesso con qualche breve nota sulle bolle che ho tastato.
Champagne Brut Première Cuvée
Rappresenta il 60% della produzione. Proviene dalle uve di trenta e passa differenti vigneti, e c'ha dentro più rosse che bianche (grosso modo, un 45% di pinot noir, un 22% di pinot meunier e il resto chardonnay). Vino piacevole. Champagne classicissimo. Agrumi, croissant, frutta secca.
Due lieti faccini :-) :-)
Champagne Rosé Première Cuvée
Soprattutto pinot, e un po' di chardonnay. Ed è un rosè di fascino considerevole, e d'eleganza altrettanto notevole. Si beve che è un piacere. Fruttino, velluto, freschezza, snellezza. L'ho bevuto già tre volte quest'anno e m'ha sempre favorevolmente colpito. Molto.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
Champagne Brut Blanc de Blancs Réserve Privée
Conta appena per il 3% della produzione dell'azienda. Vino raro. Che viene dai Grand Cru della Côtes des Blancs. E che sa di frutta candita (e di scorza d'arancia, soprattutto, direi) e di fiori (bianchi) e di mandorla appena tostata. E che ha polpa e tensione insieme. E persistenza.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)

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