14 dicembre 2010

Cà Lojera: i bianchi che onorano la Lugana e vincono la sfida del tempo

Angelo Peretti
Lo dico e lo scrivo da anni: il Lugana è un bianco che si presta ad essere invecchiato. Anzi, a volte migliora coll'affinamento. In teoria. Perché in pratica trovar Lugana invecchiati è un'impresa: venduti e bevuti entro l'estate, e meglio così per le casse dei luganisti. Ora, è però vero che la regola è talvolta confermata dall'eccezione. E in terra di Lugana l'eccezione c'è, ché chi volesse cavarsi lo sfizio di bere Lugana di qualche anno una chance ce l'ha: Cà Lojera. L'azienda di Ambra e Franco Tiraboschi è, per me, quella che più e meglio interpreta l'anima del trebbiano di Lugana coltivato sulle argille della Lugana. Senza tante smancerie modaiole.
Dei Lugana di Cà Lojera n'ho potute stappare in serie varie bottiglie degli anni passati. E qui ne rendo conto, così come rendo conto delle belle sorprese (sorprese? ma no, era esattamente quel che mi aspettavo) che ho trovato in bottiglia. Aggiungo solo che ho provato tre annata del Lugana Vigna Silva (vino che non si fa più ed era affinato in legno grande e medio), otto del Lugana Superiore (prima legno piccolo, ora legno grande) e quattro della Riserva del Lupo (tutto o soprattutto acciaio, a seconda dell'anno). Sintetizzo per chi non vuol leggere tutto: dei bei Lugana, che reggono il tempo, con qualche strepitoso fuoriclasse.
Lugana Vigna Silva 1998. Colore giallo dorato, oro antico, con qualche venatura verde. Naso tropicaleggiante, lievi toni di idrocarburi. Bocca polputa, grassa, ancora vibrante di acidità, lievemente salina, salmastra, leggermente tannica nel finale. Buona acidità. Secchissimo. Un faccino e quasi due :-)
Lugana Vigna Silva 1999. Giallo dorato che sfuma nel verde. Al naso è quasi chiuso, su toni di fieno e leggerissime note tropicali e ricordi minerali. Bocca freschissima, agrumata, con l'ananas in rilievo. Salino. Resinoso. Il finale è quello che gli conoscevo: legno di pino e resina. Meno ampio interessante olfattivamente del '98, ma molto più vibrante in bocca. Due faccini :-) :-)
Lugana Vigna Silva 2000. Colore dorato. Naso evoluto. Bocca col frutto polposo, ma un po' cotto. Niente faccino.
Lugana Superiore 1999. Leggermente dorato. Naso evoluto, ma trovi anche agrumi maturi, con vene di arancia rossa, bergamotto, pompelmo. Cotognata. Accenni di dattero. Bocca fresca, frutto croccante, pesca non ancora matura, tracce di tè. Secchissimo. Vino rusticheggiante, onesto. Due faccini :-) :-)
Lugana Superiore 2000. Giallo dorato antico. Al naso caffè, orzo, cicoria tostata. In bocca il legno si avverte eccome (sembra una Chardonnay americano di quegli anni), ma c'è bella freschezza. Niente faccino, per i miei gusti.
Lugana Superiore 2001. Giallo brillante. Al naso camomilla, fiori di campo, clorofilla, e poi pera. Giovane ed elegante, finissimo. In bocca freschezza salina, vena lievemente minerale. In forma smagliante. Per nulla presente il legno, anzi! Secco. Ed ha ancora tanta vita davanti a sé. Un autentico gioiello luganista. Tre faccini :-) :-) :-)
Lugana Superiore 2002. Giallo brillante. Naso spettacolare per purezza del frutto: pera, com'è e deve essere nel trebbiano di Lugana. Tracce di fieno e di clorofilla. Fiori essiccati. In bocca è polposo di frutta gialla. Acceso dal lato acido. Minerale (gli idrocarburi). Si beve che è un piacere ed ha dalla sua ancora un potenziale d'invecchiamento. Due faccini e quasi tre :-) :-)
Lugana Superiore 2003. Colore giallo-verde. Naso agrumato, lievemente resinoso. Bocca grassa, matura, di frutta gialla. Eppure c'è freschezza, che conferisce un certo slancio alla polpa. E c'è qualche traccia minerale. Il calore si avverte parecchio. Un faccino e quasi due :-)
Lugana Superiore 2004. Colore giallo brillante. Naso sottile, elegante. Finissimo. Floreale. Pera. Clorofilla. Petalo di rosa. Mai sopra le righe. Che naso! Eppoi bocca densa, croccante, fruttatissima. Fresco e polputo. Leggera memoria di rovere. Nonostante la grassezza ha una bella beva, e può migliorare ancora col tempo. Due faccini :-) :-)
Lugana Superiore 2005. Bottiglia infelice per via del tappo, peccato.
Lugana Superiore 2006. Naso floreale. Lievi memorie di idrocarburi. Tè verde. Bocca polposa e freschissima e quasi tannica. Vene agrumate e tracce di fiori essiccati. Asciuttissimo. Bella lunghezza sui toni di pera. Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
Lugana Riserva del Lupo 2003. Naso fruttato, agrumato. Pesca sciroppata, ananas. Fiori secchi. Fieno. Idrocarburi: gasolio. Balsamico. Clorofilla. In bocca è pulsante, vibrante. Nervosa acidità. Finale tannico, asciuttissimo, che lascia spazio al kerosene. Grande forza, carattere incredibile. Grande bianco delle argille. Uno dei più grandi Lugana di sempre. Tre faccini :-) :-) :-)
Lugana del Lupo 2004. Ananas e agrumi. Fiori bianchi, gelsomino. Idrocarburi. Bocca fresca, snella, slanciata, agrumata. Polposa, però, rispetto al 2003, e un che meno rustica: più alla ricerca della polpa e della morbidezza del frutto, peraltro lunghissimo e persistente. E la traccia minerale è presente. Due lieti faccini :-) :-)
Lugana del Lupo 2005. Pesca gialla sciroppata, ananas, frutta tropicale. Bocca tesa, tannica, freschissima. Vene minerali già presenti. Meno compiuto del 2004, ma ha tutto il tempo per rifarsi. Due faccini :-) :-)
Lugana del Lupo 2006. Naso quasi aromatico, a tratti sauvignoneggiante, e poi tabacco da pipa. La bocca è perfettamente in sintonia. Ha polpa e succosità e un che della morbidezza dei Lugana "new stile", ma è tenuto in bell'equilibrio da una freschezza salina che ti avvince e da un maschio finale tannico. Due faccini e quasi tre :-) :-)

8 commenti:

  1. Che goduria questa recensione, mi è subito venuta voglia di scendere in cantina e aprire al volo una riserva del lupo 2006. Sarei molto curioso di sapere se ha già avuto modo di assaggiare in anteprima la riserva del lupo 2009(da vasca)e il superiore 2009(da botte).
    Il base 2009 buonissimo, mi sembra uno dei più riusciti degli ultimi anni, non oso immaginare come saranno i fratelli maggiori fra un paio di anni.
    Complimenti per il post e alla squisita signora Ambra e al signor Franco per i loro vini.
    Michele Malavasi

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  2. E c'è una vasca di 2010 che mi fa impazzire...

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  3. Alleluja Angelo! Ti confermi il luganista di lungo sorso che ci precede in Galilea: nel nostro modesto caso in forma di vigna. Per anni anche colleghi sommelier e giornalisti mi hanno guardato, quando dicevo le stesse cose, come il cretino della compagnia: ho sempre trovato, tuttavia, sicuro conforto alle mie idee – guarda caso – frequentando lo stand "vinitalico" della gran signora Ambra Tiraboschi, che mi ha ascoltato con attenzione e rispetto (nel mio piccolo ho ricambiato con la ricetta delle "tenche roversae"). Per l'articolatissima suite di assaggi hai tutta la mia (ancorché benevola) invidia.

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  4. Maurizio, lieto di condividere la passione vetero-luganista. E l'invidia è mia per le ténche. A meno che la ricetta preveda l'obbligo dell'aglio, cui sono intollerante...

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  5. chi mi conosce ormai sa che tengo la prima ora della notte per leggere di vini
    e leggere di Lugana mi piace davvero molto e scoprire poi che il nostro intento è condivisibile placa un po' l'ansia che mi prende ogni volta che Franco avvia un nuovo progetto che richiederà ancora e sempre energia, passione, vitalità -
    mi piace però precisare, come ho scritto oggi a chi ci aiuta a vendere i nostri vini, che Franco e io ci consideriamo semplicemente custodi di un risultato in cui l'attore è sempre solo la terra - grazie anche da parte di Franco
    Ambra Tiraboschi

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  6. Ambra, per una volta permettimi di essere in disaccordo con te: né la terra, né la vigna fanno vino. Senza la mediazione dell'uomo, terra e vigna non si potrebbero esprimere in un vino. L'essenza del terroir è l'umanità, e ce lo dimentichiamo quasi sempre.

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  7. C'è chi la prima ora della notte ... dorme e non piglia pesci, ma poi legge lo stesso di vini e sopratutto di Lugana.
    Grazie Angelo per la bellissima descrizione e grazie ( tanto grazie) ad Ambra e Franco per i grandi vini e per la grandissima amicizia.
    Carlo Veronese

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  8. Come mi fa piacere leggere di Cà lojera di Ambra e di Franco.
    Angelo hai ragione i loro vini non sarebbero cosi' senza di loro.
    @Ambra come vedi vista l'ora ancora una volta abbiamo una cosa in comune
    un saluto festoso a tutti
    susy

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