30 dicembre 2010

Dei Fattori e dello stile dei Soave di Roncà

Angelo Peretti
Me lo chiedevo ai primi d'ottobre su quest'InternetGourmet: nel mondo del Soave, sta forse nascendo uno stile Roncà? Dire che sia già nato è probabilmente prematuro, ma mi par proprio che i produttori di quella contrada ai limiti estremi della denominazione soavese abbiano imboccato una strada tutta loro, che mira ad esaltare la garganega attraverso la raccolta tardiva, la surmaturazione, a volte l'appassimento. Conservando però integra la freschezza e la mineralità che sono proprie dei suoli vulcanici del monte Calvarina.
Ricordavo anche, nel mio intervento d'ottobre, che Decanter ha assegnato il suo trofeo internazionale per i bianchi sotto le 10 sterline di prezzo a Soave Motto Piane 2008 di Fattori, azienda, appunto, di Roncà. E ora il Motto Piane, ma del 2009, ho avuto modo di tastarlo e di berlo e di berne più d'un bicchiere in una cena che Antonio Fattori (è lui nella fotina qui sopra) ha proposto al ristorante Arche di Giancarlo Gioco, nel cuore della Verona antica. E non ho dubbi: anche con la nuova annata 'sto Soave di Roncà è proprio un vino appagante, con quel suo frutto croccante che seguita a rotolarti in bocca, sospinto da una salinità che ti fa salivare e t'induce alla beva. Vino elegante e di carattere. D'una lunghezza considerevole. Eccellente.
Così com'è invitante il Recioto di Soave che pure porta il nome del cru di Motto Piane, annata 2008. Ché anche qui è la freschezza ad emergere, donando slancio ad un vino passito che di zuccheri ne conserva molti, giacché in casa Fattori s'è voluta tener bassa il più possibile la gradazione alcolica. Epperò, nonostante lo zucchero, la beva è succosa e non v'è proprio nulla di stucchevole e ti vien voglia di servirtene un altro assaggio.
Ma la sorpresa, tastando i vini di Fattori, è arrivata là dove mai me lo sarei aspettato: un Sauvignon. Ora, chi mi segue da qualche tempo credo sappia che ho un paio di idiosincrasie nel mondo vinoso: la prima è lo Chardonnay - tant'è che mi definisco, prendendo a prestito la definizione di Wine Spectator, un bevitore ABC, anything but Chardonnay, ossia "fatemi bere quel che volete, purché non sia Chardonnay - e la seconda sono i Sauvignon italiani. Bevo volentieri assai i Sauvignon Blanc della Loira e della Nuova Zelanda, e adoro la loro florealità, e quelle note di salvia, d'ortica, d'erba limoncella, ma proprio non sopporto invece l'odore verde e a tratti animalesco che caratterizza - quale più, quale meno - i Sauvignon italiani. Ebbene, il Sauvignon Vecchie Scuole del 2009 di casa Fattori l'ho tastato due volte in due diversi contesti e sempre m'ha fatto una gran bell'impressione, ché mi rammenta, appunto, lo stile neozelandese. E l'Antonio Fattori m'ha spiegato che il suo riferimento è quello, ed è stato a imparare il mestiere proprio nella terra dei kiwi. Be', c'è riuscito. E comunque il vino conserva quella freschezza, quella salinità che sono nel dna dei vini di Roncà.

3 commenti:

  1. ho conosciuto la cantina Fattori proprio per il suo sauvignon e concordo pienamente con le note sopra riportate: veramente fresco e gradevole (senza dimenticare il buon rapporto qualità prezzo, il che non guasta visti i tempi). gianni vincenzi

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  2. È la seconda volta che lo sento dire in pochissimo tempo, Angelo. Tocca proprio assaggiarlo 'sto Sauvignon.
    Ciao.davide

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