Angelo Peretti
C'è una convinzione diffusa nel mondo del vino, ed è quella che se spendi nel "miglioramento dell'immagine" del tuo vino, allora il prezzo del vino cresce, pressoché miracolosamente. Può darsi, ma non sono convinto, almeno non del tutto.
La questione mi si pone leggendo che il progetto di rilancio della vitivinicoltura del Trentino, di recente reso noto, indica fra l'altro che "l’aumento del prezzo di vendita del vino trentino si potrà attuare innanzitutto attraverso il miglioramento della sua qualità e della sua immagine".
Sarò anche un vetero-economista keynesiano, ma continuo a ritenere che i prezzi si formino dall'incrocio fra domanda ed offerta, e basta. Certo, la domanda puoi sollecitarla, puoi intercettare quella latente, ma comunque perché un prezzo possa alzarsi occorre o alzare la domanda a parità di offerta, oppure diminuire l'offerta a parità di domanda: il disequilibrio dovrebbe portare, appunto, a far crescere i prezzi, ammesso (e non concesso) che i "nuovi" e più elevati prezzi possano essere accettati dai mercati - i segmenti di mercato - di riferimento, oppure che si sappiano reperire e convincere altri mercati - segmenti di mercato - che accettano di pagare prezzi più elevati per vini di qualità maggiore.
Si dirà che è il ragionamento della serva: esatto, è il ragionamento della serva, che però funziona nell'economia di mercato.
Ora, vedendo che invece si indicano la "qualità" e l'"immagine" quali driver di possibile crescita, bisognerebbe quanto meno mettersi d'accordo su quali siano i fondamenti della "qualità" e dell'"immagine" del vino. Per me, e parlo con assoluta soggettività, il prerequisito essenziale - a parte quello, banale ma non troppo, che i vini non abbiano difetti enologici - è che si possieda una precisa "identità", e che tale riconoscibile "identità" permetta di andare a cercare di riposizionarsi su taluni segmenti di mercato. In questa maniera la domanda potrebbe diventare eccedentaria rispetto all'offerta, e dunque i prezzi potrebbero muoversi verso l'alto. Altrimenti, temo non ce la si possa fare.
Ma forse mi sbaglio.
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