Mario Plazio
Ancora un Soave? Certo, perché ne ho in abbondanza in cantina (per mia fortuna) e perché mi piace osservare come cambiano nel tempo. E questo lo puoi fare solo seguendo negli anni un certo numero di produttori. Pieropan è uno di questi. E il Calvarino, non è una novità, è uno dei più grandi bianchi d’Italia. E non solo.
Questo 2000 è figlio di una annata solare, ma il carattere del Calvarino è tale che riesce ad imporsi anche nei millesimi dalla voce grossa. È sicuramente maturo ed evoluto, come deve essere. La mineralità (è uno dei pochi ad esibirla sul serio) sfuma talmente da diventare idrocarburo e conferisce una nota più lieve all’insieme. Il lato maturo si rivela nella frutta tropicale (ananas victoria) e nei sentori di macchia mediterranea. L’acidità di cui è comunque dotato è sufficiente a far rilanciare una spinta acida che fa ripartire ed amplifica le sensazioni fruttate e minerali in un gioco a rincorrersi.
Non la migliore versione, ma una brillante intepretazione di un millesimo complicato.
Due faccini e mezzo :-) :-)
Sempre grande vino.
RispondiEliminaNon impazzisco per la Garganega, ma questa è una delle mie etichette preferite. Grande finezza e volume.
@Rinaldo. Concordo: per me, il Calvarino è ai vertici assoluti della mia personale classifica dei bianchi italini, a prescindere dall'annata.
RispondiEliminail Calvarino è senza dubbio l'eccellenzanelle fila del Soave anche se ho potuto nel tempo scoprire piacevoli vini di piccole aziende emergenti quali il Ca' del Vento dell'azienda agricola Canoso o il Monte Zoppega dell'azienda agricola Nardello ...due vini che sono espressione al massimo livello della piacevole mineralità del terroir di Monteforte d'Alpone....
RispondiEliminaPer carità, di Soave piacevolissimi ce ne sono, ed anzi ogni anno c'è qualche new entry d'eccellenza, ma nessuno ha la continuità storica del Calvarino: è questo che fa davvero "grande" un vino.
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