Mario Plazio
Ci sono alcuni vini che si devono bere almeno una volta nella vita. Vini che per la rarità o il loro costo fuori dalla norma difficilmente ci possiamo permettere, nonostante la nostra grande passione. Il Vega Sicilia è uno di questi, e non è nemmeno uno dei più cari.
L'immensa classe di questo spagnolo si rivela soprattutto in bocca, dove tutto è ai limiti della perfezione. Densità, morbidezza, eleganza, persistenza. Tutto è (quasi) ai massimi livelli.
Eppure c’è qualcosa che non mi convince pianamente, almeno in un vino di questa caratura, dove pretendi che tutto si esprima con coerenza ed armonia.
Direi che il naso non è dei più eccitanti che mi sia capitato a tiro. Percepisco un filo di rigidità, probabilmente dovuta all’uso di un legno americano (come capita spesso in Spagna) che toglie eleganza e complessità all’impalcatura del liquido.
Esemplare la tenuta nel bicchiere: terra, sangue, spezie, vaniglia. C’è molto, ma potrebbe essere ancora più profondo.
Non conosco il valore dell’annata, potrebbe non essere una delle migliori, però non mi espongo.
Il palato è comunque uno dei più seducenti che mi sia capitato di sentire, con una finezza di grana dei tannini davvero esemplare. Ecco, qui possiamo davvero parlare di seta, la consistenza è assolutamente fuori portata per i comuni mortali.
Tre faccini (con un piccolo meno) :-) :-) :-)
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